50 min da Porticcio; prendere la D55 poi la T40 verso Cauro, poi seguire la D83 verso Sainte Marie Siche fino al villaggio.
Il villaggio si trova su un pendio esposto a sud-est ad un’altitudine media di 700 m. La rete idrografica è abbastanza densa con il torrente “Burincu” in cui confluiscono una moltitudine di altri piccoli torrenti spesso intermittenti. Notiamo la presenza di numerose sorgenti. Per quanto riguarda il Taravo, tocca solo una piccola parte del territorio, a sud e forma il limite tra Zevaco e Olivese. È, in ogni caso, un villaggio vivace con diverse famiglie che ci vivono tutto l’anno. Molti di loro sono artigiani o produttori nell’industria alimentare, così si possono trovare a Zecavo prodotti tradizionali della terra corsa: salumi, miele, marmellate.
L’Arca (U Campu Santu) è una tomba collettiva, una sorta di camera sotterranea a volta con una stretta apertura chiusa da una lastra di pietra. Questa “sepoltura per tutti” testimonia una tradizione di sepoltura collettiva fortemente radicata nei secoli nell’ambiente rurale dell’isola. Nel 1830, il prefetto della Corsica, Jourdan du Var, mise fine a questa pratica (vietata dalla Rivoluzione) e tutte le Arca furono chiuse. Quello di Zevaco fu eccezionalmente riutilizzato durante l’epidemia di influenza spagnola, da maggio 1918 a gennaio 1919, che causò 40 vittime nel villaggio. L’Arca di Zevaco contiene, tra l’altro, i resti di Jean-Côme Poggi, giudice a Porto-Ferraio (Isola d’Elba), “camerlengo” di Napoleone I. È stato restaurato e classificato come monumento storico l’11 maggio 1981.